Traffico migranti, 13 arresti. Soldi via mare, tariffe da 6mila euro

Redazione
Traffico migranti, 13 arresti. Soldi via mare, tariffe da 6mila euro

Traffico migranti, 13 arresti. Soldi via mare, tariffe da 6mila euro. L’operazione “Sestante” tra Puglia e Grecia ha svelato l’attività del network criminale che gestiva i viaggi illegali di siriani, iracheni, afghani e anche africani via Turchia. “Meglio i migranti che le sigarette perché una volta a terra i primi camminano da soli”

Mentre gli occhi dell’Italia e dell’Europa erano puntati sulle navi Diciotti, Open Arms, Sea Watch e delle altre ong al largo di Lampedusa, nel Salento sono andati avanti, nel silenzio, per mesi, i cosiddetti “sbarchi fantasma”. Dietro i quali ha operato un’organizzazione transnazionale a cui ora è stato dato un volto. Brindisini sulla costa italiana, siriani su quella greca. Un giro d’affari di almeno 600mila euro in appena otto mesi.

Gli arrestati

Tredici le persone arrestate nei due Paesi, cinque quelle finite in carcere a Lecce, tutte brindisine. Rispondono di associazione a delinquere per il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Il gip Giovanni Gallo ha rigettato, invece, la richiesta di custodia cautelare in carcere per Giuseppe Ferrero, 39 anni.

“Meglio i migranti che le sigarette”: le indagini internazionali

Nessun collegamento con la Sacra Corona Unita, ma una banda di giovani navigati. Sono 29 in totale le persone indagate: molte di loro appartengono a storiche famiglie di contrabbandieri del Brindisino. “Meglio i migranti che le sigarette, perché una volta a terra i primi camminano da soli”, questo il leitmotiv delle conversazioni carpite dagli investigatori.

Le indagini sul traffico migranti

Le indagini sono andate avanti per un anno, coordinate dalla Dda di Lecce, dalla Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo e dall’Eurojust. Indagini, condotte direttamente sul territorio ellenico. A operare è stato il Gico della Guardia di Finanza di Lecce con il supporto dello Scico e in sinergia con la polizia e la Guardia Costiera greche, oltre che con personale dell’Europol.

Viaggi da 6mila euro a testa e tragedie sfiorate

“Sestante”, è questo il nome dell’operazione. Sestante come lo strumento di cui i migranti avrebbero avuto bisogno per navigare. Se quei viaggi non si sono trasformati in tragedia è solo perché erano sotto l’occhio vigile della Finanza che stava indagando e che, ogni volta che ha visto dall’alto un’imbarcazione in difficoltà, ha allertato la Guardia Costiera per i soccorsi. I natanti impiegati, messi a disposizione dai brindisini, erano così malmessi che a volte non riuscivano neppure ad affrontare il viaggio di andata in Grecia. Venivano acquistati a poco prezzo, soprattutto online, su portali come Subito.it. Riparati presso l’officina di Tommaso Ferrero e condotti personalmente da lui o da altri collaboratori fino a Corfù. Lì i motor yacht venivano consegnati agli scafisti per il viaggio di ritorno attraverso il Canale d’Otranto.

Il reclutamento

Era la cellula siriana con base ad Atene a occuparsi del reclutamento per il traffico di migranti. Siriani, iracheni, curdi e afgani erano costretti a pagare circa 6mila euro a testa per la tratta Grecia-Italia. Altri 6000 per la tratta che dalle loro zone di conflitto li portava, via Turchia, nella capitale ellenica. Qui alloggiavano in albergo prima dello spostamento a Corfù in anonime strutture turistiche. I pugliesi, invece, una volta giunti sull’isola e lasciato lo scafo, proseguivano verso Atene per andare a recuperare i soldi, rientrando a Brindisi in traghetto. Ognuno di loro portava con se più borsoni, in ciascuno dei quali non riponevano più di 9.999 euro in contanti (somma massima consentita per ogni passeggero).

Fonte Il Fatto Quotidiano

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