Adesso Tridico può perdere la poltrona dell’Inps

Redazione
Adesso Tridico può perdere la poltrona dell’Inps

Adesso Tridico può perdere la poltrona dell’Inps. Il caso dei parlamentari furbetti che hanno chiesto e ottenuto il bonus Covid da 600 euro continua a far discutere.

Ora la Camera dei Deputati attende l’audizione del presidente dell’Inps. Pasquale Tridico, per avere più chiaro il quadro di quanto accaduto nei mesi scorsi. Non si prospetta un passaggio facile quello di Tridico.

È atteso venerdì 14 agosto, alle 12, in commissione Lavoro a Montecitorio. E se è vero che per ora il leader della Lega, Matteo Salvini, ha dichiarato di non voler chiedere le sue dimissioni. C’è un ampio fronte – da Forza Italia a Italia viva – che comunque ne invocherà un passo indietro.

Le tesi contro il presidente Inps sono diverse

Si cercano risposte. E l’audizione nasce proprio con questo intento. In primis, si cerca di capire se la caccia ai politici che hanno chiesto e ottenuto il bonus Covid dedicato alle partite Iva, era partita da maggio.

Inoltre, ci si chiede se i parlamentari siano in qualche modo schedati. E il dubbio è che esista un sorta di occhio vigile da parte dell’Istituto. E, soprattutto del comparto anti-corruzione, su Camera e Senato.

Si tratta di sospetti che viaggeranno parallelamente con l’istruttoria aperta dal garante della privacy. Ma l’apertura di Tridico alla divulgazione dei nomi in commissione è servita a sbrogliare la matassa.

Fonti parlamentari M5s riferiscono che i pentastellati nelle ultime ore hanno accelerato il pressing sull’istituto di previdenza. Fatto sapere che non ci sarebbe stata alcuna copertura da parte del Movimento senza il semaforo verde alla lista di chi ha usufruito dei 600 euro.

In ogni caso è stato il presidente della Camera, Roberto Fico, a vagliare il percorso insieme all’Inps. Per evitare che il caso dei furbetti si prolungasse ancora.

“I parlamentari che avrebbero chiesto e ottenuto il contributo destinato a professionisti e lavoratori in difficoltà, dovrebbero scusarsi e restituire quanto percepito. È una questione di opportunità, dignità e rispetto. Nonché di consapevolezza del ruolo che si ricopre”. Ha ripetuto la terza carica dello Stato.

Le novità sui nomi che hanno percepito il bonus dovrebbero quindi emergere venerdì durante l’audizione di Tridico. Ma il “colpevole” del Movimento 5 stelle non è ancora individuato. Considerato anche che quasi una cinquantina di pentastellati non hanno ancora consegnato la dichiarazione di rinuncia della privacy.

Confermati, invece, i nomi dei due esponenti della Lega

Si tratta della piacentina Elena Murelli e del mantovano Andrea Dara. Per quanto riguarda quest’ultimo sarebbe stata l’azienda di cui è socio ad aver chiesto e ottenuto i 600 euro. Ma i fondi non sarebbero transitati sul conto del leghista. Che, al pari della collega, è stato sospeso dal gruppo.

“Noi manteniamo una linea inflessibile, speriamo che lo facciano anche gli altri”, ha spiegato questa mattina Salvini. Ma molti parlamentari leghisti ribadiscono sotto traccia che si è trattato di una leggerezza. E che occorre mettere fine al clima da caccia alle streghe. Fonte IlGiornale.it

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