Camorra, duro colpo al clan di Bruno Mascitelli: 21 arresti

Redazione
Camorra, duro colpo al clan di Bruno Mascitelli: 21 arresti

Camorra, duro colpo al clan di Bruno Mascitelli: 21 arresti. Duro colpo al clan Mascitelli. Questa mattina i carabinieri della Compagnia di Castello di Cisterna hanno arrestato 21 persone in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia partenopea.

Gli arrestati, vicini al gruppo camorristico facente capo a Bruno Mascitelli ‘O’ Canotto’, già ritenuto contiguo al clan Sarno del quartiere Ponticelli di Napoli e dei paesi dell’Area Vesuviana, sono gravemente indiziati a vario titolo di diversi reati.

Reati che vanno dall’associazione di tipo mafioso finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, alla commissione di reati in materia di armi, contro il patrimonio e la persona.

Il provvedimento cautelare, esito di un’articolata attività investigativa coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Napoli; e condotta dalla Sezione Operativa della Compagnia Carabinieri di Castello di Cisterna, ha documentato le dinamiche criminali nei territori di Castello di Cisterna e Pomigliano d’Arco.

Ha permesso inoltre di ricostruire, nel periodo compreso tra ottobre 2016 e dicembre 2017, le strutture organizzative di alcune fiorenti piazze di spaccio nei quartieri popolari dei due comuni.

Camorra: 20 anni in Appello a Napoli per il boss “psicologo”

La Corte d’Assise di Appello di Napoli ha condannato a 20 anni di carcere il boss della camorra casertana Augusto La Torre; per la strage avvenuta il 24 aprile del 1990 a Pescopagano, località del comune di Mondragone (Caserta).

I giudici hanno riconosciuto le attenuanti generiche riformando la sentenza di primo grado che aveva condannato all’ergastolo La Torre; noto come il boss psicologo per aver conseguito una laurea in carcere e con un passato da collaboratore di giustizia.

Nel corso della requisitoria, la Procura generale di Napoli aveva chiesto la conferma della condanna all’ergastolo. Durante la strage di Pescopagano, compiuta da La Torre e dai suoi killer con fucili e mitragliette, rimasero uccise cinque persone.

Tutte innocenti, ovvero quattro immigrati – tre tanzaniani e un iraniano – e un italiano padre di sei figli, Alfonso Romano; otto persone rimasero invece ferite, tra queste il figlio 14enne del titolare di un bar dove i sicari agirono.

Fu una vera e propria mattanza; con La Torre che si mosse in moto con un fedelissimo alla testa di una colonna di auto con dentro i suoi uomini armati.

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