Gerry Scotti: la verità sull’esperienza Covid. Nessuna Fake news

Redazione
Gerry Scotti: la verità sull’esperienza Covid. Nessuna Fake news

Gerry Scotti: la verità sull’esperienza Covid. Nessuna Fake news. “Fegato, reni, pancreas. Avevo tutti i valori sballati”. A un passo dall’ultima porta. Ecco i dettagli della sua condizione di salute e di cosa ha vissuto durante la degenza.

Colpito dal coronavirus e ricoverato per 10 giorni, Gerry Scotti, il popolare conduttore di canale 5, ricorda i momenti passati in ospedale. “Quando mi hanno detto che mi ricoveravano sono diventato verde, ho sudato freddo. Io li vedevo tutti, vedevo 24 persone immobili, intubate, come nei film di fantascienza”.

E’ iniziato tutto con febbre e tosse, ma quando ha scoperto di essere positivo, Scotti è rimasto spiazzato: “Mi è sembrato improvvisamente di essere al di là del Muro di Berlino. In un attimo ho rivissuto i sei mesi di paura, terrore, precauzione, speranza che stiamo vivendo tutti. Perché proprio a me?”.

Poi il ricovero: “Al secondo controllo al Covid Center dell’Humanitas a Rozzano mi è stato consigliato di rimanere da loro perché avevo tutti i parametri sballati: fegato, reni, pancreas”. “Pregavo per loro invece che pregare per me”.

In un’anticamera della terapia intensiva con il casco per respirare. Scotti e il racconto dell’ospedale: quello che nessuno sapeva. “In un’anticamera della terapia intensiva con il casco per respirare”. Scotti e il racconto dell’ospedale: quello che nessuno sapeva

Gerry Scotti ha raccontato, inoltre, di essere stato curato anche con il casco con l’ossigeno: “Sono arrivato all’ultimo step indolore della terapia prima che ti intubino. Per un paio di giorni a orari alterni ho dovuto indossarlo”.

Il celebre volto di canale 5 ha rivelato poi di essere stato in contatto – in quei giorni difficili – con un collega, Carlo Conti, anche lui positivo e ricoverato. Ha raccontato nel dettaglio cosa si sono detti i due personaggi televisivi.

“Abbiamo vissuto un’esperienza in parallelo. Io gli chiedevo: quanti litri di ossigeno? Lui mi rispondeva 4. E io invece stavo ancora a 5. E la pastiglia, te l’hanno data? Abbiamo fatto come Coppi e Bartali…”. Leggi anche qui 

Infine un ringraziamento a chi si è preso cura di lui: “In quelle notti insonni vedevo un formicaio di ragazzi e ragazze, tutti sotto i 30 anni, nessuno fermo per più di 10 secondi”. Insomma un vero e proprio ringraziamento ai medici. Libero 

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