Roncà: 45enne si suicida, era accusato di stalking dalla ex

L'uomo, che aveva ricevuto un divieto di avvicinamento per stalking alla sua ex compagna e era stato denunciato

Redazione
Roncà: 45enne si suicida, era accusato di stalking dalla ex

Roncà: 45enne si suicida, era accusato di stalking dalla ex. Un uomo di 45 anni, originario della provincia di Vicenza, è stato trovato morto in un bosco a Roncà, in provincia di Verona.

L’uomo, che aveva ricevuto un divieto di avvicinamento per stalking alla sua ex compagna e era stato denunciato per violazione di domicilio, aveva fatto perdere le proprie tracce da giovedì e il ritrovamento è avvenuto solo lunedì scorso.

Si tratta di un tecnico di macchine agricole che risiedeva nell’Ovest Vicentino e che, a breve, sarebbe dovuto essere sottoposto alla misura del braccialetto elettronico.

I suoi avvocati, Alessandra Bocchi e Andrea Cornolò, hanno confermato di non essere stati in grado di rintracciarlo e di aver tentato di rassicurarlo.

Accusato di stalking e violenza sessuale

L’uomo era oggetto di un’indagine per stalking, violenza sessuale, violazione di domicilio e danneggiamento nei confronti della sua ex convivente, che lo aveva lasciato alcuni mesi fa.

Accuse gravi alle quali si dichiarava innocente, sostenendo di avere la possibilità di difendersi e dimostrare la propria innocenza alle autorità competenti.

L’artigiano, che l’anno scorso aveva visto chiudersi un’indagine contro di lui a seguito di false denunce mosse da un vicino, aveva in passato avuto una relazione sentimentale con una donna della sua età, con cui si era stabilito nell’Ovest della provincia berica.

Nel novembre scorso, dopo la fine della loro relazione, la donna lo aveva denunciato per stalking e anche per una presunta violenza sessuale accaduta nel mese di marzo.

La procedura del codice rosso

In seguito alla denuncia presentata, è stata avviata la procedura del codice rosso e recentemente i carabinieri hanno notificato al residente di Vicenza l’ordinanza emessa dal giudice Crea, la quale imponeva l’uso di un braccialetto elettronico e vieta qualsiasi tipo di contatto con la sua ex.

Per l’artigiano, tale evento segnava l’inizio di un vero e proprio dramma. Il divieto di frequentare i luoghi solitamente frequentati dalla parte offesa lo ha reso difficile da gestire nella sua attività lavorativa.

Ciò nonostante, il giudice ha ritenuto necessaria tale misura per proteggere la presunta vittima. Quando interrogato, il residente di Vicenza era così scosso da rinunciare a parlare, almeno in quel momento.

L’uomo si è sempre professato innocente

Alla sua equipe legale, composta dagli avvocati Alessandra Bocchi e Andrea Cornolò, l’imputato aveva dichiarato di non aver mai violentato la sua ex.

Inoltre, aveva sostenuto di possedere centinaia di messaggi che supportavano la sua versione dei fatti: dopo il presunto stupro, i due erano infatti partiti insieme per una vacanza e avevano continuato a convivere in modo pacifico.

Pertanto, i legali avevano consigliato all’imputato di salvare le conversazioni su WhatsApp, in modo da poter dimostrare la propria innocenza.

Quella notte, l’artigiano aveva fatto un tentativo disperato di salvare le conversazioni. Aveva provato a contattare la donna, ma non aveva ricevuto risposta. Questa situazione lo aveva fatto cadere in uno stato di panico.

Temeva di essere arrestato

Al mattino presto, aveva contattato i suoi avvocati per spiegare che temeva di essere arrestato in quanto aveva violato il divieto. I suoi avvocati lo avevano tranquillizzato spiegandogli che avrebbe potuto giustificare la sua chiamata ai carabinieri. Tuttavia, poche ore dopo, era scomparso nel nulla.

L’artigiano avrebbe dovuto presentarsi dal suo avvocato il giorno successivo per firmare il mandato per ricorrere al Riesame. Tuttavia, non si era presentato e non rispondeva al telefono. Il fratello, preoccupato, aveva presentato una denuncia di scomparsa ai carabinieri.

Purtroppo, il corpo dell’artigiano fu trovato qualche giorno dopo. Si era tolto la vita in un bosco isolato di Roncà. Questo tragico evento aveva causato dolore ai famigliari e agli amici del vicentino.

Gli avvocati Bocchi e Cornolò, ancora sotto shock, hanno espresso il loro cordoglio. “Siamo sconcertati e dispiaciuti per non aver compreso il dramma personale che stava vivendo. Non avremmo mai immaginato quello che poi è successo”.

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