Addio Juliette Gréco, icona della canzone francese

Redazione
Addio Juliette Gréco, icona della canzone francese

Addio Juliette Gréco, icona della canzone francese. Addio ad un’icona della canzone francese, amica di poeti e musicisti, che ha incarnato l’anima piu’ profonda di Saint-Germain des-Près, lo storico quartiere della rive gauche parigina frequentato da artisti di ogni dove.

Juliette Gréco è morta all’età di 93 anni. Ad annunciarlo, in un messaggio trasmesso all’agenzia France Presse, è stata la famiglia.

“Juliette Gréco – si legge nel comunicato – si è spenta questo mercoledì 23 settembre 2020, circondata dai suoi cari nella amatissima casa di Ramatuelle.

La sua è una vita fuori dal comune”. “Passione, lotta, amore e intense risate”, erano queste le parole usate dall’artista per definire la sua esistenza.

“Sono un clown nella vita e poi mi piace ridere. La più grande qualità della seduzione è il senso dell’ironia, quindi l’intelligenza, la derisione”, affermava qualche anno fa.

La voce femminile del dopoguerra francese nonché musa dell’esistenzialismo, dagli inconfondibili occhi truccati di scuro, gli alti zigomi e la carnagione chiarissima.

Juliette Gréco era nata il 7 febbraio del 1927 a Montpellier, nel sud della Francia.

Con la sorella Charlotte è però cresciuta nei pressi di Bordeaux, in casa dei nonni, dopo la separazione dei genitori.

Un’infanzia malinconica, la descrivono i biografi, in cui la giovane Juliette – che preferiva farsi chiamare Jujube, oppure Toutoute, come la chiamavano in famiglia – si esprimeva soprattuto attraverso la danza.

Poi la guerra, che costringe la famiglia fuggire in una proprietà del Périgord, nel sud-ovest del Paese, che serve come luogo di passaggio per la Resistenza.

Nel 1943, l’orrore assoluto: la mamma e la sorella vengono deportate, e lei stessa viene incarcerata in Francia per una decina di giorni.

Un periodo della sua vita che racconterà in un’autobiografia edita nel 1983, ‘Jujube’.

“Scrivere ‘Jujube’ è stato estremamente crudele per me, estremamente violento. Ho amato scrivere ma non mi è piaciuto rivedere il film alla rovescia.

Non volevo neppure che qualcun altro lo facesse al posto mio, l’ho scritto io, dunque”.

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