Piemonte, non c’è più posto in ospedale: 70 brandine montate in chiesa

Redazione
Piemonte, non c’è più posto in ospedale: 70 brandine montate in chiesa

Piemonte, non c’è più posto in ospedale: 70 brandine montate in chiesa. Mettere brandine ovunque sia possibile. L’ordine è arrivato nella notte dal Dipartimento interaziendale malattie ed emergenze infettive dell’Asl di Torino.

Che ha competenza su tutta la Regione Piemonte: bisogna passare al livello massimo di allerta e allestire posti letto in ogni spazio disponibile.

Per questo all’Ospedale San Luigi di Orbassano il personale, insieme ai militari dell’esercito e agli addetti di una ditta esterna, oggi ha montato settanta brandine nella chiesa e poi nella sala conferenze.

Il San Luigi è uno dei principali ospedali della cintura di Torino inserito tra i sedici Covid hospital del Piemonte.

E già arrivano telefonate dagli altri ospedali per sapere se hanno posto per accogliere nuovi pazienti.

Nella chiesetta del San Luigi saranno ricoverati i malati a bassissima intensità, ma che non possono essere dimessi.

Prima erano trasferiti in altre strutture pubbliche del territorio, come ad esempio l’ospedale di Venaria, ma da giorni quelle strutture sono ormai piene.

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Torino si risveglia in Zona Rossa, come il resto del Piemonte. Ma che sarà un lockdown più soft rispetto a quello di marzo e aprile lo si intuisce camminando per le vie del centro.

Le strade non sono deserte, con i genitori che accompagnano i figli delle elementari e di prima media a scuola, mentre i bar aperti lavorano per l’asporto.

“Quattordicesimo cliente di questa mattina”, dice un barista di via Lagrange, dove il servizio è “alla finestra”.

“Solo asporto, più che altro caffè e cappuccini”, spiega. Sono praticamente deserte, invece, le fermate dei mezzi pubblici.

Anche quelle davanti alla stazione di Porta Nuova, solitamente affollate. Le uniche file di persone che si vedono sono quelle fuori dalle farmacie.

In via Andrea Doria, all’angolo con via Poma, qualcuno ha messo una mascherina sul volto della statua di Giuseppe Mazzini.

Al collo un cartello che consiglia, o meglio, ordina: “Wear a mask”, “Indossare una maschera”.

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